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PATOLOGIE DEL GOMITO

05.12.2013 14:47

PATOLOGIE DEL GOMITO

Epicondilite


L’epicondilite rientra tra le tendinopatie, in quanto è un’infiammazione dei tendini che vanno a gravare sul gomito. Viene detta inserzionale perché interessa l’inserzione su una parte laterale dell’osso del gomito – chiamata epicondilo – dei muscoli epicondilei. Questi muscoli, estensori dell’avambraccio, consentono il sollevamento della mano e del polso e il piegamento all’indietro delle dita. Poiché l’articolazione del gomito interessata a tale patologia si trova tra omero e radio, viene, talora, anche definita radiale od omerale. A seconda dei muscoli interessati, poi, si parla di epicondilite laterale, mediale o posteriore. L’epicondilite, essendo una patologia degenerativa infiammatoria della giunzione osteo-tendinea dovuta ad azione meccanica (cioè a movimenti eccessivamente ripetuti o effettuati con troppa intensità) frequente in coloro che seguono la pratica del tennis o del golf, viene spesso anche chiamata “gomito del tennista o del golfista” .Questa patologia colpisce però, se pure in misura ridotta, anche altri sportivi (giocatori di baseball, schermitori, nuotatori, ecc.) e lavoratori che utilizzano in modo eccessivo i tendini della parte esterna o interna del gomito come pittori, muratori, carpentieri, operatori del computer, parrucchieri. Tipicamente insorge in soggetti di età compresa tra i 30 e 50 anni, essendo considerata una “over-use syndrome”, cioè una patologia la cui causa è riconducibile, oltre a un’abnorme sollecitazione, a un fisiologico logoramento involutivo delle strutture tendino-inserzionali. Il sintomo classico è naturalmente il dolore molto localizzato nella regione laterale del gomito, a livello dell’epicondilo, che si irradia a volte lungo l’avambraccio e viene risvegliato nei movimenti di estensione e supinazione.
Può capitare anche che il paziente lamenti una sensazione di debolezza a livello del braccio, anche sollevando pesi modesti, ad esempio un bicchiere. Oppure compiendo semplici movimenti come aprire una serratura o stringere la mano. Il dolore, in genere, tende comunque a diminuire con il riposo notturno.
Anche se la sintomatologia nelle fasi iniziali, spesso, è modesta, è meglio non sottovalutarla poiché in alcuni casi può diventare invalidante e può andare incontro a frequenti recidive se non trattata tempestivamente. Solitamente la sintomatologia diventa più intensa per entità e durata, con maggior impaccio funzionale e riduzione progressiva dell'attività lavorativa fino ad una vera e propria impotenza funzionale antalgica. La diagnosi è prevalentemente clinica attraverso la palpazione dell’epicondilo e specifici movimenti eseguiti dal medico specialista (la radiografia è solitamente negativa). Per quanto riguarda le indicazioni relative alla cura dell’epicondilite, nelle forme acute (dolore in atto) la terapia mira a eliminare l'infiammazione ed il dolore mediante l'interruzione momentanea della attività sportiva e lavorativa, associando l'uso di FANS (Antinfiammatori per bocca), con una eventuale immobilizzazione del gomito per 20 giorni, associando 2-3 infiltrazioni steroidee a livello tendineo. È possibile effettuare un trattamento dell'epicondilite mediante terapia infiltrativa. Tutto questo si può abbinare a terapie fisiche antalgiche, tipo laser, ultrasuoni, ipertermia,massoterapia. Se la sintomatologia non si risolve si può ricorrere alla terapia con le onde d’urto. Nei casi che non rispondono alla terapia conservativa è possibile ricorrere a un intervento chirurgico, eseguibile anche in artroscopia, rappresentato o da una bonifica della regione tendinea, o da una disinserzione dei tendini alla giunzione osteotendinea, o da una cruentazione dell'epicondilo.